Giulia, un’atleta padovana con disabilità, è un esempio di come lo sport possa essere un potente strumento di autonomia e crescita personale. Attraverso diverse testimonianze di allenatori e collaboratori, emerge chiaramente come l’attività sportiva abbia migliorato la sua vita e sia diventata indispensabile per raggiungere un grado di autonomia a cui, oggi, non rinuncerebbe mai.
Giulia oggi pratica atletica a livello agonistico, allenata da ASPEA Padova. In passato ha però praticato anche sci e danza, arrivando a partecipare ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics del 2009 a Boise negli USA, vincendo tre medaglie nello sci alpino.
Sono molte le persone che conoscono Giulia e testimoniano il suo impegno e il suo carattere positivo nell’affrontare il suo percorso di vita.
Andrea Rampazzo, laureato in Scienze Motorie e referente del progetto educativo “Il campione della porta accanto”, ha conosciuto Giulia coordinando questo programma educativo che avvicina i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado allo sport. Andrea racconta come Giulia, in qualità di testimonial, riesca a comunicare la sua passione e determinazione durante gli incontri nelle classi, coinvolgendo e ispirando gli studenti.
E la cosa interessante è che nel dialogo tutti gli altri atleti si rapportano con lei alla pari.
La sua presenza e il suo impegno sono indispensabili per sfatare pregiudizi sulla disabilità, mostrando che la vera differenza non risiede nelle limitazioni fisiche, ma nella capacità di realizzare se stessi.
Marina Giacometti, danzatrice e cofondatrice dell’Associazione Ottavo Giorno, la cui principale attività è la DanceAbility, una tecnica di danza che coinvolge persone senza disabilità e con disabilità. Lavora con Giulia dal 1996 e ne sottolinea l’impegno quasi professionale nella danza, che le ha permesso di partecipare a spettacoli di livello internazionale, inclusi i Giochi Paralimpici Invernali di Torino 2006. “Giulia è presente nel modo giusto, desiderosa di migliorare, accetta la critica, il feedback necessario a crescere”, sostiene.
Giulia è quindi diventata parte integrante del gruppo di DanceAbility, dimostrando che l’arte e la danza sono potenti strumenti di inclusione e crescita personale.
Special Olympics Italia, organizzazione che si occupa di promuovere allenamenti e competizioni atletiche durante tutto l’anno per bambini e adulti con disabilità intellettive, ha condiviso alcune riflessioni che sottolineano l’orgoglio e l’autonomia acquisita dagli atleti durante le gare, evidenziando i progressi visibili nei piccoli gesti quotidiani e nell’autostima. Ha invitato le famiglie a non riprendere comportamenti protettivi e a celebrare i successi degli atleti nei loro ambienti, raccontando le esperienze positive vissute.
E non poteva mancare la testimonianza diretta di Giulia che racconta:
“Nel parlare con gli altri, soprattutto nelle scuole con i ragazzi, mi sono resa conto che per tutti è difficile accettarsi. Io sono Down ma sono normale e mi voglio bene.
Sono felice di avere tanti amici che mi aiutano. Il mio futuro è la cosa più bella per me; un sogno ad occhi aperti.
Ma adesso è vero, ora posso credere, non è più un sogno, è tutto VERO.
Lo sport è molto importante perché io non voglio mollare per me e la mia salute. Ho capito che ho imparato tanto per la mia vita.”
Queste esperienze mostrano come lo sport e l’arte non solo migliorino le capacità fisiche e cognitive, ma anche la fiducia in sé stessi e la capacità di interazione sociale. Giulia non solo ha raggiunto una maggiore autonomia personale, ma è anche diventata un esempio per altri, dimostrando che con determinazione e passione si possono superare tutte le barriere.
Grazie a Giulia Pertile e alla mamma Renata Trevisan – socia fondatrice di Fondazione Oggi e Domani